Le schede telefoniche italiane, conosciute anche come carte telefoniche, telecarte o tessere telefoniche, hanno giocato un ruolo significativo nella rivoluzione delle telecomunicazioni in Italia. Introdotte nel 1976 dalla SIP (Società Italiana per l’Esercizio Telefonico), queste tessere a banda magnetica o a chip hanno consentito agli utenti di effettuare telefonate prepagate nei telefoni pubblici dotati di lettori appositi.
Funzionamento
Il funzionamento delle schede telefoniche italiane era basato su un sistema prepagato. Ogni scheda forniva un determinato credito di spesa, e al momento dell’inserimento nel telefono pubblico, l’utente poteva effettuare telefonate fino al raggiungimento del limite del traffico prepagato. Un display sul telefono mostrava il credito residuo sulla scheda, permettendo un controllo facile del traffico rimanente. Alcune schede erano disponibili ad un prezzo fisso e offrivano un numero limitato di telefonate, senza limiti di durata. Era importante utilizzare la scheda entro la data di scadenza indicata.
Storia
La prima scheda telefonica italiana è stata introdotta nel 1976 dalla SIP, sostituendo i gettoni telefonici e le monete utilizzate precedentemente nei telefoni pubblici. L’invenzione fu una risposta sia ai furti di gettoni telefonici che alla necessità di offrire un’alternativa più comoda ai fruitori del servizio telefonico pubblico. La tecnologia ha subito miglioramenti nel corso degli anni, culminando nel restyling delle cabine telefoniche nel 1987.
Con l’introduzione delle cabine Rotor, capaci di accettare monete, gettoni e schede, le schede telefoniche hanno sperimentato un periodo di grande popolarità. Il materiale delle schede è passato da carta a plastica, diventando leggero, flessibile e impermeabile. Le schede URMET, prodotte dalla società torinese omonima, hanno stabilito tagli di vendita definitivi, assestandosi su 5.000, 10.000 e 15.000 lire.
Nel 1994, con il passaggio da SIP a Telecom Italia, le schede hanno subito un restyling. Nuove denominazioni come “scheda” al posto di “carta” e l’aggiunta di colori distintivi per diversi tagli hanno caratterizzato questa fase. L’avvento della telefonia cellulare nel 1994 ha portato alla creazione delle schede telefoniche ricaricabili, contribuendo allo sviluppo del settore.
Con il cambio da lire a euro, le schede hanno subito poche modifiche sostanziali. La dicitura “scheda telefonica” è stata rimossa dal fronte per fare spazio alla pubblicità. Nel 2018, TIM ha introdotto l’ultima scheda telefonica, accompagnata da un restyling del retro in seguito al cambio di nome dell’azienda.
Schede Telefoniche all’Estero
Anche al di fuori dell’Italia, le schede telefoniche hanno svolto un ruolo importante nelle telecomunicazioni. Paesi come la Polonia e il Venezuela hanno adottato la tecnologia italiana, mentre in molti altri luoghi si sono affermate tecnologie diverse come la banda magnetica “spessa”, la tecnologia a chip e la tecnologia remota.
L’avvento della telefonia mobile ha progressivamente sostituito l’uso delle schede telefoniche in molti paesi, portando al decadimento delle cabine telefoniche. A fine 2023, l’uso delle schede telefoniche per telefoni pubblici è stato virtualmente eliminato in tutta Europa.
Il Collezionismo
Negli anni ’90, le schede telefoniche hanno conosciuto un boom collezionistico in Italia. Inizialmente incentrate sulla promozione della SIP e dei suoi servizi, le schede hanno poi abbracciato temi turistici, pubblicitari e speciali dedicati a eventi rilevanti. Telecom Italia ha contribuito al collezionismo pubblicando cataloghi contenenti le schede emesse, facilitando l’accesso ai collezionisti a livello nazionale.
Le schede vengono catalogate come ordinarie, pubblicitarie, tematiche e speciali, a seconda della loro tiratura e scopo. La chiusura del servizio di collezionismo da parte di Telecom Italia nel 2009 non ha arrestato la produzione di schede, che ha continuato fino al 2018. Per essere apprezzate dal punto di vista collezionistico, le schede devono essere in buone condizioni estetiche e possibilmente mai utilizzate, conservando l’integrità del talloncino staccabile. La diffusione dei telefoni cellulari ha gradualmente ridotto l’interesse per il collezionismo delle schede telefoniche, ma la loro storia rimane un capitolo significativo nell’evoluzione delle telecomunicazioni in Italia.