Riposa il vento

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Riposa il vento

Se il vento avesse un posto dove andare,
quando non soffia, potrebbe nascondersi,
in una valle segreta da esplorare,
tra montagne remote, dove ama perdersi.

Oppure in una grotta, profonda e misteriosa,
dove l’oceano sussurra in segreto,
o in un’antica foresta, maestosa,
tra alberi antichi, nel loro abbraccio quieto.

Si anniderebbe tra le pieghe delle nuvole,
aspettando paziente il momento di tornare,
raccontando storie di tempeste e favole,
e sussurrando segreti di terre da svelare.

Quando il tempo è giunto e il cielo chiama,
il vento ritorna, danzante e senza trama.

Corrado Borgh

 

 

Quando il vento si ferma e tace, cosa fa? Questa è la domanda affascinante che esplora la  poesia “Riposa il vento”un’opera che trasforma il vento in un’entità quasi vivente, capace di cercare rifugio e riposo in luoghi misteriosi e incantevoli. L’idea centrale di questa poesia è quella di antropomorfizzare il vento, dandogli qualità umane come il bisogno di un luogo tranquillo dove ritirarsi e la capacità di raccontare storie.

La poesia immagina il vento come un viaggiatore eterno che, quando non è in movimento, cerca un rifugio nascosto e affascinante. Questo rifugio potrebbe essere una valle remota, lontana dagli sguardi indiscreti, o una grotta segreta, profonda e misteriosa, in fondo all’oceano. In questi luoghi, il vento trova un angolo di pace, lontano dall’attenzione e dal caos del mondo esterno. Si ritira in ambienti incantevoli come un’antica foresta, dove può sospendersi tra gli alberi secolari, o si nasconde tra le pieghe delle nuvole, aspettando pazientemente il momento giusto per tornare a soffiare.

In questo angolo di riposo, il vento non è solo. Si riunisce con altri venti, condividendo storie di tempeste passate e sussurrando segreti di terre lontane. Questo luogo immaginario diventa così un punto di incontro per i venti, un luogo dove possono riflettere sulle loro esperienze e prepararsi per il ritorno. Raccontano di mari tempestosi e di cieli minacciosi, e sussurrano i segreti di luoghi lontani e misteriosi.

Quando il momento è giunto, e il cielo lo richiama, il vento ritorna alla sua funzione naturale, pronto a danzare nel cielo e tra i campi con nuova energia. Questo ritorno è descritto come un passaggio da un periodo di quiete a uno di dinamismo e vitalità. La poesia cattura la bellezza del ciclo naturale del vento, che alterna momenti di calma e rifugio a periodi di intensa attività e movimento.

La poesia, dunque, offre una visione romantica e affascinante della natura del vento. Non è solo una forza della natura, ma un’entità con una vita propria, capace di cercare riposo e di raccontare storie in luoghi di mistero e bellezza. Questo presupposto arricchisce il nostro immaginario, invitandoci a considerare il vento non solo come un fenomeno meteorologico, ma come un viaggiatore eterno, sempre in movimento eppure capace di trovare momenti di pace e riflessione.

Questa interpretazione del vento arricchisce la nostra percezione della natura e ci invita a riflettere sul ciclo della vita e sul contrasto tra quiete e attività. La poesia ci ricorda che anche gli elementi più impalpabili e intangibili della natura hanno una storia da raccontare e un posto dove trovare riposo.

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