D. Chi è Carola Dainotti?
R. Salve a tutti, mi chiamo Carola Dainotti e ho venticinque anni. Sono nata a Monza, è vero, ma il luogo in cui vivo adesso è un tantino diverso; infatti, a partire dal mio primo anno di vita, i miei genitori (nati e cresciuti in Sicilia e già con due bambini più grandi di me) decisero di ritornare nel loro paese di origine che si chiama Valguarnera Caropepe e trovare, dunque, un po’ di fortuna e stabilità proprio nel posto in cui avevano lasciato i loro sogni.
Non so dire con precisione se questa scelta sia stata giusta o sbagliata, perché pochi anni dopo, mio padre, ancora giovanissimo, rimase invalido in seguito a un incidente sul lavoro che gli ha causato la perdita della mano destra e conseguenti momenti di profonda disperazione personale e familiare. Nonostante i periodi difficili, però, siamo riusciti a sollevarci e trovare altre ragioni per essere grati alla vita.
In quanto a me, sono stata sempre una bambina un po’ diversa dalle altre; facevo sempre i capricci e avevo la tendenza a isolarmi spesso dagli altri, rifugiandomi in un posto sicuro dove non avrei subito mai alcun male… io la chiamo “la mia bolla”. La bolla che mi ha permesso di avere, ancora oggi, sogni al di fuori delle aspettative di tutti. Ho subìto anche del bullismo per questo e per il mio essere un po’ insicura e sognatrice, ma non mi sono mai fermata davanti a niente… oggi non sarei come sono e posso dire, al di là dei miei difetti, di essere fiera di me e dei progressi che continuo a fare.
L’arte ha sempre fatto un po’ parte di me; da piccolina scrivevo lettere e storie, passavo tanto tempo al computer dove creavo video, ascoltavo tantissima musica e inoltre, ballavo. La danza è entrata nella mia vita quando avevo appena cinque anni e senza che me ne rendessi conto, è diventata la mia più grande passione che ho portato avanti fino all’età di diciotto anni. Subito dopo aver attraversato un momento difficile e aver abbandonato la danza per sempre, ho ritrovato la passione per la scrittura che mi ha permesso di pubblicare la prima edizione del mio romanzo “Ricomincia dalle stelle” nel 2022. Da lì, non ho mai smesso di scrivere e raccontare pezzi di me e di ciò che la mia anima sente.
D. Che idea ti si fatta dell’editoria in Italia?
R. Sull’editoria in Italia sono stata sempre un po’ scettica: in primis, perché la maggior parte delle case editrici chiedono sempre un sacco di soldi e credo che, per chi, come me, non abbia esperienza nel settore e voglia a tutti i costi pubblicare il proprio libro, sia più facile cadere nelle cosiddette truffe. Contratti poco chiari con troppi giri di parole, cifre esorbitanti, promesse non mantenute e per finire in bellezza, l’abbandono totale. A me è successo, infatti fino a poco tempo fa ero arrivata a un punto di rassegnazione. Volevo lasciar perdere tutto e permettere che le bozze dei miei racconti marcissero in una scatola impolverata. Bisogna stare sempre attenti, soprattutto quando si è inesperti. Ovviamente non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, perché fortunatamente non tutte le editorie italiane usano autori emergenti facili da manipolare solo per il proprio vantaggio e pubblicità… è davvero difficile fidarsi e penso che questo meccanismo stia schiacciando la bellezza della cultura e dell’editoria in generale. L’auto pubblicazione forse sarebbe più sicura, almeno finché non si trovano persone affidabili come è successo a me adesso. Ho aspettative molto alte a riguardo, spero di non sbagliare!
D. Ci vuoi parlare del tuo romanzo?
R. Il mio libro “Ricomincia dalle stelle” è l’insieme delle esperienze che lasciano un segno indelebile nelle nostre vite. Quando ho deciso di cominciare a scriverlo, io stessa ho passato un periodo difficile e particolare; infatti, è nato grazie al mio lasciarmi ispirare profondamente da ciò che ha fatto parte di me, nel bene e nel male. Mi sono ispirata soprattutto a mia sorella Angela (mia musa ispiratrice da sempre) che ho scelto come voce narrante della storia e ai componenti più importanti della mia famiglia. Ho scelto loro perché sono stati sempre il perno più significativo e poi, perché mi hanno tenuta sempre con i piedi per terra rendendomi ogni giorno più forte. La mia famiglia c’è sempre stata anche se non mi avevano capita del tutto fin da subito, ma la cosa che conta davvero è che loro fossero con me quando tutti gli altri che credevo vicini al mio dolore, mi hanno giudicata e voltato le spalle senza dare spiegazioni.
Mi sono ispirata alla danza – mia grande passione – inserendo luoghi specifici come la scuola di ballo. Da come si può dedurre, dunque, ho attribuito l’estrema importanza che ha per ognuno di noi un luogo e la famiglia, anche se a un certo punto andremo avanti e saremmo costretti ad allontanarci per costruire la nostra strada altrove.
La mia scelta stilistica è stata un po’ diversa da quelle che si vedono di solito; il testo, infatti, si presenta sia in prima che in terza persona. Ho fatto questo perché desideravo che la storia fosse osservata e compresa da un punto di vista esterno e allo stesso tempo, chi narrava “Azzurra” riportasse empaticamente i pensieri e ricordi scritti su un diario da sua sorella, ovvero Elide, la protagonista.
In questo modo possiamo immaginare la narratrice mentre legge questo diario dei ricordi, ritrovandosi, al contempo, a fare dei significativi tuffi nel passato.
Ciò che spicca particolarmente, è una storia d’amore intensa e turbolenta con Leonardo, colui che ha lasciato in Elide degli strascichi molto pesanti – nonostante alcuni momenti di gioia – accompagnati da una profonda depressione.
Oltre una storia d’amore folle e adolescenziale, troviamo tematiche IMPORTANTISSIME, quali, appunto: depressione, dipendenza affettiva, violenza psicologica, disturbi alimentari, senso di inadeguatezza… troviamo il bullismo che, per chi lo ha vissuto (come me) ha trasformato per sempre una parte di noi stessi, la paura della socialità, sensi di colpa, solitudine, coraggio. Il coraggio di dire addio e iniziare a crescere per capire l’amore che dobbiamo dare a noi stessi e quello sincero che ci danno gli altri.
Mi sono ispirata FORTEMENTE a una storia d’amore molto importante che ho vissuto, sottolineando la volontà di tenerla sempre nel cuore nonostante l’acerba età. Dunque, attraverso questi pezzi di puzzle, ho voluto raccontare e romanzare una storia mia, ma che ovviamente non riguarda unicamente me.
Per questo sarebbe importante specificare che alcuni fatti raccontati sono puramente casuali, poiché si aggiunge anche la mia fantasia e creatività.
C’è anche un’altra cosa che ho voluto in questo romanzo; far capire che, nonostante conosciamo persone che ameremo in modo incondizionato e a volte anche malato, con il tempo si diventa consapevoli che lasciarle andare, è la soluzione migliore per tornare a stare bene. Che si, una parte di noi apparterrà sempre a loro, ma alla fine, andremo avanti prendendo strade diverse e sarà meglio così. C’è sempre un motivo per tutto.
Ho scritto questo libro per comprendere l’importanza di non accontentarsi, far alzare di nuovo la testa verso il cielo e ritrovare la bellezza interiore che ognuno di noi crede di non avere più, ritornando a perderci guardando le stelle e meravigliarci ancora. Ricomincia dalle stelle è dedicato a chi ha amato e si è sentito morire. A chi ricomincia e mai più si arrenderà.
D. Carola crede in Dio?
R. Se credo in Dio? Domanda difficile per una romantica, anticonformista e pseudo gotica come me… io credo a tutto e a niente. Penso che dover credere per forza in Dio, sia più una cosa che voglia imporci la società per dirci cos’è giusto e cos’è sbagliato. Ognuno può credere a ciò che vuole senza obblighi e pretese. Rispetto ogni pensiero e credenza anche quando non condivido appieno… io, ad esempio, sono più una persona spirituale; guardo le coincidenze degli avvenimenti, prego spesso agli angeli e all’universo, poche volte a Dio. Nella vita e in ognuno di noi, esiste il bene ed esiste il male, anche nelle persone che credono in Dio o vanno in chiesa a pregare qualsiasi santo tutti i giorni. Piuttosto non credo a chi lo nega. Comunque, a me affascina informarmi su tutti i tipi di religione, perché penso che sia bello arricchire il nostro sapere prima di focalizzarci solo su una cosa. Forse “agnostica” è il termine più esatto.
D. Leggere o scrivere: cosa ami di più?
R. In quarta elementare, nonostante odiassi studiare, sapevo già leggere molto bene; mi ricordo che, una volta, mi sono ritrovata costretta a leggere una frase in spagnolo ma la maestra ne era colpita anziché schifata. Nonostante questo, non sono mai stata una bambina particolarmente appassionata alla lettura, ma alla scrittura sì. Amavo scrivere ciò che mi passava per la testa già dall’infanzia… questo è perché, probabilmente, volevo vivere già in un mondo solo mio. Da grande le cose sono cambiate. Quando ho iniziato a scrivere il mio romanzo, ho iniziato a comprare sempre più libri per scoprire nuovi punti di vista, nuovi stili, termini che non avevo mai sentito prima e questo mi ha appassionata sempre di più. Oggi leggo moltissimo, ma non sono tanto accanita da divorare dieci libri in un solo giorno… Sono lettrice, ma un po’ lenta. Quando ho del tempo libero preferisco prendere il mio computer e scrivere per cinque o più ore di fila senza rendermi conto del tempo che passa, tirando fuori tutti i sentimenti che provo in quel momento, mentre mi spreme le meningi la compagnia della buona musica. In questi casi, quella malinconica è perfetta.
D. Vuoi ringraziare qualcuno?
R. Grazie al mio agente letterario e adesso anche buon amico Federico Faccioli, che mi sta donando l’opportunità di far conoscere me e ciò che ho da dire e soprattutto, di credere in me. Grazie a chi mi leggerà e si appassionerà ai miei libri e anche a chi mi odierà… Grazie a me, perché non ho mai mollato e grazie sempre alla mia famiglia che mi ha sostenuto e continua a sostenermi nelle mie scelte. Grazie dell’intervista, che considero un’ottima opportunità per entrare a far parte di questo bellissimo mondo chiamato cultura.
Always positive, moonbeams!