Il tasso e l’intruso nella notte

Il tasso e l'intruso nella notte
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Nella quiete della foresta, il tasso si aggirava tra le ombre della notte, muovendosi con la consueta calma che caratterizzava ogni suo passo. Aveva sviluppato un certo interesse per una nuova zona del bosco, ricca di radici e piccoli insetti. Il suo fiuto lo aveva condotto fino a un grande albero, ai piedi del quale si estendeva una vasta rete di tunnel sotterranei.

Il tasso si avvicinò cautamente all’ingresso della sua tana. Le sue piccole zampe scavarono la terra umida, ma a un certo punto si fermò. Scese lentamente con la testa, abbassando il muso verso un piccolo insetto che si era posato vicino a lui. Era stato un riflesso, un gesto abituale per controllare cosa si muovesse attorno a lui.

Mentre il tasso scendeva nei suoi tunnel, il suono ovattato delle foglie smosse lo accompagnava. La sua tana era un labirinto, un intrico di passaggi che conosceva alla perfezione, ma il suo interesse in quel momento non era rivolto solo alla sua casa. Quel giorno aveva avvertito una strana presenza nella foresta, qualcosa che non apparteneva al suo solito regno silenzioso.

Il tasso si fermò per un momento, abbassando le orecchie per captare i suoni della notte. Qualcosa si muoveva tra gli alberi. Ma la paura non era una delle sue emozioni principali; piuttosto, la sua attenzione si era ridotta a un singolo pensiero: proteggere il suo territorio.

Con un balzo rapido, il tasso risalì dalla tana, esplorando i dintorni. Mentre avanzava, scendeva la temperatura, il vento leggero di fine serata abbassava ulteriormente il già freddo crepuscolo. Si mosse ancora più velocemente, come se volesse concludere la sua perlustrazione prima che il gelo si intensificasse.

Poi, con un leggero sussulto, vide una figura ai margini della radura. Non era un animale della sua foresta, ma un uomo. Sembrava confuso, perso. Il tasso non poteva comprendere cosa stesse succedendo, ma osservò l’uomo abbassarsi, quasi a chiedere un aiuto invisibile alla terra sotto di lui.

Senza alcun rumore, il tasso si nascose dietro un tronco, seguendo i movimenti dell’uomo con discrezione. L’interesse per quella strana creatura crebbe in lui, ma non sapeva cosa fare. In ogni caso, non era tipo da offrire aiuto o prestito a chi invadeva il suo territorio.

L’uomo, ignaro della presenza del tasso, continuava a camminare nervosamente. Sembrava ridursi sempre di più su se stesso, abbassando le spalle, come se il peso della notte fosse diventato insopportabile. A quel punto il tasso, consapevole che non c’era minaccia immediata, riduceva il proprio battito cardiaco, rientrando con calma nella sua tana. La notte era tornata tranquilla, e lui, sovrano del sottosuolo, aveva visto tutto senza essere visto.

Con un ultimo sguardo verso l’albero, il tasso sparì nel buio della foresta, consapevole che la notte gli apparteneva ancora, e che il suo interesse per il mondo esterno si sarebbe presto ridotto a zero.

 

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