D: Parlaci di te
R: Mi chiamo Maria, è il mio pseudonimo, preferisco rimanere nell’anonimato in quanto ho scritto la biografia di una persona che conosco ed è conosciuta. Dichiarando il mio nome, facilmente si assocerebbe a questa mia amica che mi ha consentito di scrivere la sua biografia a patto del suo anonimato. Va da sé che nomi, luoghi e riferimenti presenti nel libro sono puramente casuali, da ritenersi frutto della fantasia.
Sono laureata in lettere e filosofia presso l’università degli studi di Padova, scrivo poesie per passione e questo è il mio primo libro che pubblicherò “Alla Ricerca della mia Identità”. Non so se ne seguiranno altri, ma questo è solo il primo, l’inizio, poi in futuro, chissà….
D: Cosa ne pensi dell’editoria in Italia?
R: È una domanda un po’ difficile… ci sono case editrici e case editrici, di grandi e piccole dimensioni, case editrici più affermate di altre, case editrici che non ti chiedono soldi per pubblicare un libro e altre che pubblicano solo a pagamento, alcune che ti rispondono e anche in tempi celeri, altre che non ti rispondono mai o ti rispondono dopo tanto tempo.
Personalmente io ho un’opinione positiva in generale, perché adesso più che nel passato si sta aprendo sempre di più la possibilità anche per le persone “neofite” di mettersi in luce al grande pubblico, grazie anche ai sociale si sta quindi dando la possibilità anche agli scrittori “minori” di poter avere la possibilità di farsi conoscere, cosa che nel passato era concessa solo ai grandi scrittori affermati.
D: Parlaci del tuo libro
R: “Alla ricerca della mia identità” è un libro che parla della storia di Vera, la protagonista, che soffre principalmente di disturbo bipolare, un disturbo dell’umore abbastanza conosciuto ormai nella nostra società, una patologia che sicuramente ha delle componenti genetiche ed ereditarie, ma che, come si deduce dal libro, si comprende bene come anche l’ambiente familiare, sociale e le vicissitudini negative della vita alla pari degli eventi stressanti, possano aver influenzato tale disturbo esacerbandolo e contribuendo a farlo emergere in tutta la sua forza, quando invece magari, se certi presupposti non si fossero verificati, il disturbo avrebbe potuto rimanere latente per sempre.
Nella narrazione si evidenziano chiaramente gli sbalzi di umore di Vera, i momenti di depressione intervallati soprattutto dai momenti di euforia dei quali soffre maggiormente, il malessere e il profondo disagio interiore che prova e manifesta anche nelle sue relazioni amorose e si portano alla luce le sue crisi maniacali a dir poco ingestibili, dove è completamente sconnessa dalla realtà, i vari ricoveri ospedalieri e la sua, appunto, crisi di identità.
E’ veramente allucinante, per restare in tema, come una persona possa quasi trasfigurarsi e, quando la mia amica mi confessava queste cose, conoscendola, facevo fatica a immaginarla in preda a queste crisi chiamiamole di “sdoppiamento” della sua personalità.
A tutti noi penso sia capitato di porci delle domande esistenziali sul senso e significato della nostra vita, di non sapere bene chi siamo, cosa siamo venuti a fare in questo mondo, ma per Vera queste domande diventano una vera e propria ossessione…
Un giorno mi diceva di sentirsi triste, il giorno dopo felice… Un giorno depressa e il giorno dopo iperattiva… Per cui scaturisce chiaramente la difficoltà a capire chi fosse veramente, quale fosse la sua vera identità… In realtà, mi diceva, che solo i farmaci, degli stabilizzatori di umore, riuscivano a stabilizzarla, a riportarla ad uno stato di equilibrio interiore e a farle vivere una vita diciamo “normale” assieme all’aiuto della psicoterapia frequentata per anni in cui lei credeva tantissimo.
Tra l’altro i farmaci che prende sono però teratogeni per il feto per cui sia psichiatri che genetisti sono d’accordo sulla necessità di toglierli o comunque di almeno ridurli al minimo per poter provare ad avere un bimbo, uno dei desideri più grandi della sua vita: quello di diventare madre! Ma ci riuscirà? Visto che oltre ai problemi psichici e alle varie ricadute che dovrà affrontare per la diminuzione di questi farmaci scoprirà anche di avere dei problemi fisici non indifferenti?
Ovviamente non posso raccontare tutta la trama, ma Vera oltre a soffrire di disturbo bipolare, è oltretutto affetta anche da altri problemi di tipo alimentare, presenti anche questi sempre più spesso nella nostra società: anoressia, bulimia…
Un libro insomma molto ricco e denso di avvenimenti che raggruppa una serie di problematiche, ma anche di ostacoli che Vera deve superare e soprattutto accettare.
Però non vuole assolutamente essere un libro drammatico, anzi, tutt’altro.
Infatti fa emergere la forza interiore di Vera nel superare e affrontare in modo coraggioso le varie avversità che la vita le pone di fronte. In particolare ciò che la aiuta a superare tutta la miriade di problematiche non solo esistenziali e psichiche, ma anche di eventi negativi quotidiani, è il fatto di credere fermamente nella psicoterapia…
Tutta la storia è centrata infatti sui continui dialoghi con la sua psicoterapeuta verso la quale nutre una profonda fiducia per trovare un aiuto e riuscire a scavare dentro sé stessa, per comprendersi di più, per scoprire parti nascoste di sé, per capire chi è veramente, qual è la sua identità e si renderà conto di avere anche una grande fede in Dio, una fede che le era sconosciuta, ma che la aiuterà e la sosterrà nei momenti più difficili della sua esistenza.
D: Credi in Dio?
R: Si credo nell’esistenza di Dio anche se non sono praticante, nel senso che non frequento la chiesa, non vado a Messa… mi piace però andare in chiesa a pregare quando c’è silenzio, quando è vuota e non c’è nessuno, per conto mio, perché il rapporto ce l’ho direttamente con Dio, non credo serva la figura di un intermediario, di un sacerdote.
Credo comunque in qualcosa di superiore a noi che ci guida, che ci dà forza, che ci aiuta a trovare quella grande motivazione intrinseca che è dentro di noi e penso che Dio abbia un progetto per ciascuno di noi.
Pensa che ho posto anch’io questa domanda a Vera e mi ha confidato che nei momenti “up”, di mania, di deliri e allucinazioni, lei sente molto forte la presenza di Dio e vede una luce bianca che la avvolge e la protegge. Vera, come si trasmette dal libro, in Dio crede fermamente e penso che senza la sua esistenza, non sarebbe la donna che alla fine è diventata: autonoma, forte e realizzata come persona.
D: Ami più leggere o scrivere?
R: Amo studiare più che leggere, mi piaceva un sacco frequentare l’università perché mi piace imparare sempre cose nuove, ma indubbiamente scrivere lo preferisco. Ho frequentato anche un corso di scrittura creativa per imparare le regole basi per scrivere. Scrivere mi aiuta ad esternare le mie emozioni, a buttare fuori, a mettere nero su bianco i miei sentimenti, ciò che provo, sia tramite la scrittura di un testo che di una poesia.
D: Ringraziamenti?
R: Ringrazio una persona in particolare che mi ha spronata a pubblicare questo libro, Antonio Palmiero, scrittore e poeta; il sito lo trovate all’interno del libro nella sezione “ringraziamenti” e tutti quelli che hanno creduto in me, che mi sono stati vicino soprattutto nei momenti di difficoltà nel redigere questo testo, perché la grande difficoltà che ho affrontato è stata quella di non “tradire” quello che Vera desiderava che trasmettessi, il suo stato d’animo vissuto in quei momenti e le garantisco che non è stato facile. Spero di esserci riuscita e questo lo devo anche ad Antonio che, avendo avuto, nello scrivere, più esperienza di me, mi ha dato i giusti consigli per soddisfare questa esigenza narrativa.